Presidente dell’omonima società di Alfonsine, in provincia di Ravenna, nonché di Fruitimprese Emilia Romagna, associazione che riunisce le imprese private dell’ortofrutta dell’Emilia-Romagna, Giancarlo Minguzzi, durante l’ultima assemblea dei soci è intervenuto, come riporta Cesena Today, su molti tempi riguardanti il mondo ortofrutticolo e, in particolare, sul controverso articolo 62 del decreto “Cresci Italia”. «Una grande novità per il settore. Nato per stroncare le pratiche commerciali sleali ha, però, di fatto creato un appesantimento degli aspetti gestionali dell’attività lavorativa» ha affermato Minguzzi augurandosi che il futuro decreto attuativo vada nella direzione delle auspicate semplificazioni, in merito, soprattutto, alla questione delle fatture differite. Positivi, invece, i termini di pagamento (30 giorni per le merci deperibili e 60 per quelle non deperibili) anche se, allo stato attuale, l’accorciamento dei tempi nel pagamento ha creato situazioni nei confronti dei quali , secondo Minguzzi, bisogna intervenire. A partire dalla reazione della Gdo nei confronti dei fornitori: «richiesta di migliori condizioni economiche di fornitura (sconti); congelamento del debito verso i fornitori al 24 ottobre 2012».
Ma effetti negativi si stanno registrando anche nei confronti delle imprese agricole: «molti agricoltori erano abituati a pagare le piante a 90-120 giorni o anche più a lungo termine: in questo caso l’obbligo del rispetto dei tempi di pagamento a 60 giorni ha peggiorato le condizioni finanziarie dell’agricoltore. In ragione di ciò, molti produttori si sono trovati nella condizione di dover chiedere alle nostre Aziende di anticipare loro anche le somme necessarie per questi nuovi impegni».
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