Da una parte il metapontino, uno degli areali più importanti in Italia per la produzione delle fragole, in particolare della varietà Candonga. Dall’altra il Salento e precisamente Nardò, considerata la capitale indiscussa dell’anguria. In entrambi i casi l’allarme è forte e guardando all’orizzonte si avverte una sola minaccia per entrambi: il Nord Africa. Clima sfavorevole e crisi, infatti, aprono la strada alla concorrenza nordafricana sia per le fragole lucane che per le angurie pugliesi. La Cia (Confederazione italiana agricoltori) per i produttori di Scanzano Jonico parla di un calo del 25-30%, a causa della deformazione che gli sbalzi climatici hanno recato alle fragole Candonga, vere porta bandiera dell’agricoltura di questa regione e che, sempre secondo la Cia, ora dovranno combattere contro quelle nordafricane vendute a un terzo del prezzo.
A Nardò, invece, si parla addirittura di produzione dimezzata rispetto all’anno scorso, con ordinativi delle piantine crollate e di 400 ettari in meno di campi coltivati. Dopo la crisi dell’anno scorso, infatti, causata dalla psicosi dell’Escherichia coli, moltissimi agricoltori quest’anno hanno deciso di diversificare le colture o di ritirarsi. Anche in questo caso, il timore che il mercato venga invaso dai prodotti nordafricani è alto.
Fonti: Corriere del Mezzogiorno, Liberoquotidiano
Fonte Foto: il Paesenuovo