Il futuro dell’ortofrutta è nella segmentazione

Se ne è discusso la scorsa settimana al convegno di Mark Up

Esistono ancora margini per l’ortofrutta in un momento congiunturale così difficile? La risposta che è arrivata dal convegno di Mark Up svoltosi la scora settimana a Milano è sì. Tuttavia, occorre sapere trovare le giuste chiavi per interpretare le evoluzioni del mercato. A suggerire questa direttrice è stato lo stesso Roberto Della Casa, docente di marketing dei prodotti alimentari all’Università di Bologna. “Lo spazio a disposizione nei supermercati – ha detto tra l’altro Della Casa – sta diventando critico. C’è quindi bisogno di trovare chiavi di segmentazione diverse. Prendiamo ad esempio il caso delle arance: oltre il 40% dei responsabili acquisti (rappresentativi dell’universo delle famiglie italiane) le mangiano e non le spremono. E il 61% delle arance nella GDO italiana sono commercializzate in borsa, in vista di essere spremute. Quindi le arance non sono ben rappresentate per oltre il 40%. Oppure prendiamo l’esempio dell’uva senza semi: il 30% degli intervistati vuole uva senza semi. Oggi ci sono possibilità non sfruttate per segmentare il mercato”.

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