Se l’ortofrutta era già entrata a far parte della guerra dei dazi tra Usa e Cina lo scorso aprile (vedi qui) con l’aggiunta di un’aliquota del 15% come risposta di Pechino a quelli su alluminio e acciaio, era torna nuovamente protagonista nella decisione che questa volta ha preso Trump.
Nell’elenco dei prodotti tassati con un’aliquota del 10% (vedi qui) si trovano molti prodotti freschi cinesi come aglio e cipolla, che lo scorso anno hanno rappresentato un giro di affari per la Cina, rispettivamente, 130,4 e 3,2 milioni di dollari. Ma nella lista c’è anche frutta secca come anacardi, castagne, macadamia, noci e mandorle, che nel 2017 hanno raggiunto i 64,1 milioni di dollari.
Nel lungo elenco si trovano anche le pere cinesi (per un valore di 17 milioni di dollari nel 2017), le mele (4,9 milioni di dollari) e i funghi (4,6 milioni di dollari). Quest’ultima decisione di Washington arriva in risposta a quella cinese di imporre tariffe del 25% a merci americane per un valore di 50 miliardi di dollari, comprese anche le principali esportazioni di frutta degli Stati Uniti.
Credit news: Fruitnet