Incolpevole ortaggio o veicolo di illegalità? Il pomodoro ciliegino di Pachino suscita violente polemiche dopo il j’accuse del giornalista Alessandro Di Pietro, che durante il programma “Bontà Loro” (RaiUno) ha invitato al boicottaggio di un prodotto la cui filiera sarebbe controllata dalla mafia. Al centro della denuncia il lungo percorso del pomodorino, che dalle terre siciliane viene trasportato al mercato di Fondi (LT) per il confezionamento, per poi essere di nuovo rispedito in Sicilia, da dove entra infine nel circolo della distribuzione, con un costo medio 11 volte superiore rispetto a quello di partenza (50 centesimi al kg). Immediate le proteste del Consorzio dei produttori e della siracusana Stefania Prestigiacomo, ministro per l’Ambiente, che hanno chiesto alla Rai di ritrattare quanto affermato, e le critiche del ministro per le Politiche Agricole Giancarlo Galan. Il conduttore Maurizio Costanzo è pronto a ospitare le parti in causa nella prossima puntata del programma, ma intanto il caso è approdato alla Commissione Parlamentare Antimafia: “domani”, annuncia il vicepresidente Fabio Granata, “chiederò al Presidente l’apertura di un’inchiesta sui fatti denunciati in tv”.
Pachino sì, Pachino no
Dalla denuncia alle polemiche, passando per l’Antimafia
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