Custodite negli archivi della Facoltà di Agraria dell’Università Federico II del capoluogo partenopeo, 700 antiche tavole raffiguranti frutti e ortaggi a rischio di estinzione, tornano a vivere grazie alle moderne tecniche digitali. In un articolo apparso su L’Espresso, si racconta l’iter di catalogazione, ridefinizione ed archiviazione delle opere grazie al contributo del Gruppo Sebeto, proprietario di marchi come Rossopomodoro e Anema & Cozze. “Nell’anno dedicato alla Biodiversità, vogliamo valorizzare in particolare i presidi Slow Food campani”, ha dichiarato Franco Manna, presidente del Gruppo. Oltre che per la sua originalità, l’iniziativa emerge per l’indubbio valore culturale: le tavole documentano infatti la storia agroalimentare italiana e campana, valorizzando una tradizione dalle radici antiche. I dipinti e disegni, dagli scopi didattici e scientifici, furono commissionati tra il 1900 e il 1960, e costituiscono oggi una significativa raccolta documentale, destinata ad essere esposta non solo su web e nel Museo della Biodiversità dell’ortofrutticoltura, sito nella Facoltà di Agraria della stessa Università, ma anche a decorare le tovagliette dei locali del Gruppo Sebeto.
Ortofrutta da museo a Napoli
Nella pittura primonovecentesca la memoria di antiche varietà
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