Crescono le superfici bio in Italia così come i consumi di frutta biologica con un “picco del 7,8% in questo comparto che incide del 2,8% sul totale spesa (dato Ismea). Melinda è da tempo ben preparata e reattiva” afferma il noto Consorzio trentino della Val di Non. Il cosiddetto Piano Bio di Melinda, infatti, è partito già nel 2008 ed è ora entrato nel vivo infatti grazie alla creazione delle cosiddette “isole biologiche“.
Create grazie al finanziamento del Consorzio, infatti, hanno consentito di dare una vera e propria accelerata al progetto, in un territorio dove la polverizzazione della proprietà terriera è molto elevata e quindi è fondamentale accompagnare i singoli agricoltori verso il processo di conversione dei terreni.
“Ogni progetto, ma in particolare un progetto serio e solido di produzione biologica, visto nell’ottica della situazione fondiaria trentina, frammentata e disomogenea, necessita di un adeguato periodo di preparazione. “ afferma Michele Odorizzi , presidente del Consorzio, “ In quest’ultimo anno l’individuazione di queste “isole” di dimensione significativa ha finalmente permesso di accelerare il progetto. Allo stesso tempo sono state definite modalità appropriate di consulenza tecnica, indispensabili in particolare all’inizio del percorso “biologico” di una azienda, per offrire solide prospettive di crescita e di vitalità anche economica”.
Nel Piano Bio di Melinda il concetto di “sostenibilità” abbraccia anche “altre tematiche rilevanti quali le emissioni di CO2, i consumi idrici ed energetici e tutte le attività connesse alla produzione ed alle successive fasi che portano le mele fino alle tavole dei consumatori. Un progetto che offrirà inoltre, grazie anche alla strategica collaborazione con il Consorzio LaTrentina, uno sviluppo organico dei sistemi frutticoli anche a livello Provinciale“.