Nella tavola rotonda che ha chiuso l’ultimo convegno di Marca, dedicato alla IV e V gamma, moderato dal professor Daniele Fornari, docente dell’università di Cattolica di Piacenza che insieme al collega Sebastiano Grandi ha illustrato i risultati dello studio di questo comparto (vedi qui) presentato poco prima, si sono seduti uno affianco all’altro alcuni protagonisti del settore: Luca D’Amico, presidente di AIIPA IV Gamma e amministratore delegato di Bonduelle Italia, Simone Zerbinati, a capo dell’omonima azienda piemontese e protagonista del settore, e due esponenti della grande distribuzione, Francesco Avanzini, direttore commerciale di Conad e Alessandro Mazzoli, direttore commerciale di Coop Italia.
“Dare prodotti innovativi è stato un elemento vincente ma c’è ancora tanto da fare. C’è la necessità di ripensare l’intera offerta dell’ortofrutta tra prima gamma e mondo refrigerato e c’è poi bisogno di trasparenza, lo richiede il consumatore”. Secondo il manager di Bonduelle la ricerca commissionata da AIIPA IV gamma dona una fotografia certamente positiva, ma anche tanti spunti di miglioramento per cogliere le tante opportunità che il settore ha ancora davanti e che può sfruttare in sinergia con la grande distribuzione. “Aver dato regole chiare al settore, i primi in Europa, non è un aspetto da trascurare come innovazione.
Però ora il consumatore ci sta dicendo che l’innovazione che si aspetta è quella di ripensare le logiche del reparto ortofrutta”.
Anche Simone Zerbinati, se da un lato si è detto molto soddisfatto di come stia andando il settore – “Dobbiamo essere felici e sorridere rispetto ad anni fa, tutti ci invidiano in questo momento – dall’altro ha sottolineato come ora sia tempo di investire ancora di più in comunicazione: “Forse dobbiamo avere il coraggio di investire in questo senso: marketing e comunicazione sono al primo posto ora”. Sul fronte V gamma, apparso un po’ come il “cugino povero” dalla ricerca dell’Università Cattolica e che certo non sembra incontrare, per ora, il favore e la fiducia dei consumatori rispetto alla IV gamma, l’imprenditore piemontese ha sostenuto come sia necessario fare più chiarezza su cosa sia la V gamma: “è un nome convenzionale, bisogna utilizzare meno questo termine. Categorie come le zuppe non beneficiano di questo comparto a causa della presenza di prodotti un po’ vecchiotti sul mercato. Da questo punto di vista noi possiamo solo immaginare di che cosa cosa la distribuzione abbia bisogno, ma non lo sappiamo, dobbiamo parlare tra noi”.
E i rapporti con la grande distribuzione, secondo quanto hanno affermato i protagonisti della tavola rotonda, sono più che buoni rispetto ad altri settori dove invece c’è più frizione.
“Noi abbiamo seguito quello che l’industria ha proposto e sviluppato in termini di offerta in questi anni – ha dichiarato Francesco Avanzini di Conad – Ricordiamoci che la IV gamma, 10 anni fa, era ad un bivio negativo, avevamo gli stessi spazi ma non avevamo margini e sviluppi“. Oggi tutto è cambiato e la stessa Conad performa meglio della media settore, anche con la IV gamma a marchio, nonostante, in generale, sia emerso durante la ricerca come a crescere di più nell’ultimo anno siano state maggiormente le marche dell’industria.
La vera chiave del successo oltre che sul contenuto del prodotto ora si gioca con la chiarezza e la segmentazione . Ci sono troppi prodotti uguali, ora invece dobbiamo lavorare sul packaging e rinnovare l’immagine anche sulla IV gamma e noi di Conad dobbiamo avere un’immagine coordinata anche con la I gamma e il resto del reparto ortofrutta, perché è il reparto che è vincente”.
Anche Alessandro Mazzoli di Coop ha sottolineato l’importanza di non avere prodotti troppo uguali tra loro lavorando nell’ottima della semplificazione per i consumatori: “Noi come IV gamma superiamo abbondantemente il 70% come quota dei prodotti MDD. Abbiamo lavorato come category per semplificare l’assortimento e non sovrapporci e abbiamo lavorato più in ampiezza che in profondità. Nella V gamma, invece, siamo andati a integrare la parte del biologico”. Questo è un settore che è cresciuto del 5% in Coop per merito soprattutto dei “nuovi prodotti con alto contenuto di servizio”, a conferma, come la ricerca ha evidenziato, che il prezzo non è così fondamentale, anche se però “se superi certi punti di prezzo le vendite in realtà si abbassano, quindi il consumatore comunque guarda il rapporto qualità-prezzo”.