Il cemento che soffoca l’agricoltura

Dal dopoguerra persi oltre 12 milioni di ettari

Ogni anno l’Italia perde 244.000 ha di campagna, per far spazio a case e strade. In Emilia-Romagna, regione tra le più vocate all’ortofrutticoltura, il ritmo è di 8 ettari al giorno, mentre in Lombardia è di 10 ettari. Qui in sei anni, dal 1999 al 2005, 26.700 ettari di terreni agricoli hanno lasciato il posto all’equivalente di cinque città come Brescia. Tra il 1990 e il 2005 l’Italia ha cementificato una superficie pari quella di Lazio e Abruzzo messi insieme. Dal dopoguerra al 2005 gli ettari sono stati 12 milioni, cioè quasi il 41% del territorio nazionale. La situazione è sotto gli occhi di tutti, ma «La colata», il reportage edito da Chiarelettere a firma dei giornalisti Andrea Garibaldi, Antonio Massari, Marco Preve, Giuseppe Salvaggiulo e Ferruccio Sansa, mette nero su bianco lo scempio in atto nel nostro Paese. Il risultato è un grave dissesto idrogeologico, mentre le campagne diventano sempre più frammentate e più adatte agli hobbisti che agli agricoltori professionali.

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