Martedì 13 dicembre a Montecitorio non si è parlato soltanto della fiducia al nuovo Governo Gentiloni ma anche di ortofrutta. In particolare si è parlato di packaging per l’ortofrutta, con il nuovo imballaggio antispreco brevettato dal Consorzio Bestack insieme all’Università di Bologna presentato alla Camera dei Deputati alla presenza dell’on. Maria Chiara Gadda, relatrice della legge 166/2016 contro gli sprechi e dell’on. Marco Di Maio della Commissione Affari Costituzionali.
I packaging “Attivi” sono confezioni in cartone ondulato che grazie a sostanze naturali aggiunte contrastano la proliferazione dei microrganismi degradativi e sono in grado di aumentare di diversi giorni la shelf-life di frutta e verdura: si inseriscono, dunque, nel solco della nuova normativa antispreco, la legge 166/2016, entrata in vigore il 14 settembre scorso nello stesso giorno il cui il Consorzio ha presentato il suo progetto a Macfrut di Rimini.
Questo progetto recepisce pienamente il significato profondo della legge – afferma Marco Di Maio, deputato romagnolo tra i firmatari della legge – che ha lo scopo anche di attivare processi virtuosi sull’intera filiera agro-alimentare. Bestack ha accettato la sfida posta dalla legge e capito che dal contrasto allo spreco possono nascere opportunità; non solo in termini di impatto sociale e ambientale, ma anche nuove opportunità economiche. A patto che si punti su innovazione e ricerca, come si è fatto in questo caso coinvolgendo l’Università di Bologna.
E le opportunità economiche sono reali secondo il Consorzio Bestack, che nel corso del 2016 ha svolto un preciso monitoraggio nei punti di vendita al consumo del gruppo Agrintesa e certificato i benefici in termini di freschezza nel tempo del prodotto, di riduzione degli scarti alimentari e di mantenimento delle proprietà organolettiche di fragole, albicocche e nettarine con risultati sorprendenti.
Comparando i dati dell’utilizzo del normale packaging in cartone ondulato e quello “Attivo” con oli essenziali, la quantità di prodotto da scartare è stata ridotta dal 13 all’8% per le fragole, dal 18 al 13% per le albicocche e dal 25 al 20% per le nettarine con un guadagno ulteriore in termini di shelf life da uno a un giorno e mezzo in più, con un risparmio annuo in Italia stimato in 8 mila e 300 tonnellate di fragole per un valore di 29,1 milioni di euro, 12 mila tonnellate di albicocche per un valore di 27,9 milioni, 84 mila tonnellate di pesche e nettarine per un valore di 134 milioni: più di 190 milioni di euro e ben 115 mila tonnellate di fragole, albicocche e nettarine.
Questi dati sono il frutto di un lungo percorso di ricerca iniziato cinque anni fa dal team della professoressa Rosalba Lanciotti del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari di Bologna che ha portato a novembre 2015 a un brevetto e che ora è pronto per essere lanciato.
Dalla grande distribuzione estera, tedesca in primis, all’export di ortofrutticoli verso il Far East, dai mercati generali al retailer italiano di piccole dimensioni, fino a un test sul canale e commerce nel 2017, rivela Dall’Agata.