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Coworking Bestack

Spreco alimentare e cartone ondulato, idee e soluzioni

Da Bestack le strategie che possiamo mettere in atto per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030

Meri Desideri, dalle pagine del notiziario del Consorzio Bestack, ci ricorda come ogni anno tonnellate di cibo vengano sprecate in tutto il mondo contribuendo ad aggravare problemi economici e ambientali.

Secondo la Fao la distinzione tra perdita e spreco è cruciale: nel primo caso si tratta della diminuzione della quantità e della qualità del cibo decisa in fase di produzione, raccolta e trasporto, mentre lo spreco avviene a livello di consumatori e di vendita al dettaglio. Entrambi rappresentano un problema globale. Il WWF ci fornisce dati sconcertanti: si stima che circa 9 miliardi riguardino le perdite di filiera e 6,5 miliardi siano da attribuire allo spreco nelle case (dati WWF 2023).

La perdita o spreco è originata per il 26% lungo la filiera, il 13% nelle rivendite, mentre il 61% dal consumo domestico. Il cibo non consumato produce una percentuale tra l’8% e il 10% delle emissioni di gas serra su scala globale (fonte UNEP, 2021). In sostanza ogni giorno un italiano butta circa 75 gr di cibo per un totale di circa 27 kg all’anno (WWF, 2023).

Se da un lato una parte importante di cibo viene sprecata, dall’altro circa il 9% della popolazione mondiale soffre di malnutrizione. Quali sono dunque le strategie che possiamo mettere in atto per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile?

La sfida della sostenibilità

Lo spreco alimentare, soprattutto nel settore ortofrutticolo, rappresenta una sfida significativa per la sostenibilità ambientale. “Per noi che ci occupiamo di confezioni la sfida è duplice – scrive Meri Desideri –  In primo luogo in maniera diretta realizzando imballaggi sempre più sostenibili, e cioè adottando pratiche di economia circolare, utilizzando tecnologie sempre più moderne, preferendo materiali rinnovabili con elevate percentuali di riciclo. In poche parole l’economia circolare è: ridurre, riutilizzare e riciclare. In secondo luogo, lavorando sugli impatti indiretti dell’imballaggio stesso, su ciò che effettivamente compriamo ed in particolare sul prodotto contenuto, facendo ricerca per sviluppare imballaggi Attivi che allungano la shelf life del prodotto e riducono lo spreco”.

Si sente sempre più spesso parlare di economia circolare che promuove un approccio sostenibile alla gestione delle risorse, cercando di ridurre al minimo lo spreco e di massimizzare il riutilizzo e il riciclo. Nel settore ortofrutticolo questo si tradurrebbe – già alcuni player della Gdo lo fanno, in Italia e all’estero – nell’implementazione di programmi di raccolta e ridistribuzione degli alimenti non venduti o leggermente difettosi a prezzi ridotti e utilizzando imballaggi in cartone ondulato che sono facilmente riciclabili e biodegradabili.

In questo nuovo paradigma gli imballaggi in cartone ondulato svolgono un ruolo fondamentale nella riduzione dello spreco alimentare. Sono robusti e leggeri e rappresentano una protezione per i prodotti ortofrutticoli durante il trasporto e la conservazione. Sono ergonomici, non segnano il prodotto, lo rendono più visibile e facilitano una migliore visione della qualità.

Unicoop Firenze ci prova (e ci riesce)

Un esempio positivo di riduzione dello spreco alimentare è rappresentato da Unicoop Firenze, che ha implementato diversi progetti per ridurre gli sprechi nei punti di vendita della cooperativa.
Tra le iniziative ricordiamo il progetto Buonfine, attraverso il quale i prodotti non più vendibili ma ancora idonei al consumo vengono donati ad associazioni di volontariato e quindi distribuiti alle persone in difficoltà, poi c’è l’iniziativa Mangiami Subito che prevede uno sconto del 50% dei prodotti prossimi alla scadenza. Questi progetti hanno fatto sì che nel 2023 siano state recuperate e donate 4480 tonnellate di cibo di cui 843 associazioni hanno beneficiato e la vendita di quasi 45 milioni di euro di prodotti in scadenza che hanno coinvolto ben 828 punti vendita. Un risparmio che si è tradotto non solo in termini economici ma anche di emissione di CO2 di cibi che altrimenti sarebbero finiti in discarica.

La lotta allo spreco alimentare richiede un impegno collettivo e soluzioni innovative. “Attraverso l’adozione dell’economia circolare, l’utilizzo della tecnologia, l’impiego di materiali di imballaggio sostenibili come il cartone ondulato e il cambiamento delle nostre abitudini di consumo, possiamo ridurre in modo significativo gli sprechi alimentari e preservare le risorse del nostro Pianeta per le generazioni future. Ogni piccolo gesto conta e insieme possiamo fare la differenza”, conclude Meri Desideri.

In collaborazione con Bestack

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