Nel suo editoriale sul numero 45 di Fruchthandel Magazin, Michael Schotten commenta il recente accordo per la fornitura di mele tedesche all’India.
“L’esplorazione di mercati di vendita alternativi deve rimanere una priorità assoluta e i colloqui devono essere portati avanti con costanza – scrive Schotten – Soprattutto, per arrivare a risultati più rapidi di quanto non sia avvenuto con l’India”.
Basso prezzo, buon mercato, basso costo
Continua Schotten: “I problemi strutturali di concorrenza dell’industria tedesca delle mele hanno raggiunto già da anni un livello tale da richiedere contromisure efficaci a livello di politica commerciale. Questi problemi si manifestano soprattutto nella struttura a basso prezzo della Gdo, nella mentalità a buon mercato dei consumatori tedeschi e nella concorrenza a basso costo, in particolare dall’Europa dell’Est”.
La crisi si è notevolmente aggravata in concomitanza con l’esplosione dei costi di produzione e con una politica agricola che, dal punto di vista del settore, fa troppo poco per proteggere gli interessi tedeschi (gli italiani si lamentano della stessa cosa, ndr) nella struttura competitiva dell’Ue e, anzi, restringe ulteriormente il margine di manovra. La guerra in Medio Oriente ha aggiunto un’altra crisi geopolitica che non solo sta causando infinite sofferenze umane, ma sta anche gravando ancora di più sull’economia globale. Come abbiamo visto e rivisto, ciò si ripercuote anche sui nostri settori.
Il mercato indiano si apre alle mele tedesche
“Il fatto che almeno il mercato indiano, in crescita nella regione asiatica, sia stato aperto all’export tedesco di mele dopo una lunga e dura lotta, era atteso da anni. Molto prima della pandemia, il settore aspettava di poter ridurre la pressione sui mercati interni europei e di ottenere nuove prospettive economiche esportando in India”, aggiunge Michael Schotten.
Nel 2022, l’India si è classificata al sesto posto nel mondo per importazioni di mele, con un valore di 314 milioni di dollari, e solo l’Indonesia e il Vietnam si sono classificati più in alto in Asia. Secondo le statistiche, difficili da verificare, l’India è già il quarto importatore di mele. Tuttavia, il subcontinente indiano non è affatto un successo sicuro: le preferenze dei consumatori e i meccanismi di mercato sono cambiati anche lì con l’aumento del benessere.
In India non sono più richieste solo le varietà rosse: è in atto un ripensamento. Anche le preferenze dei consumatori si sono spostate verso l’eccellenza e il benessere. Secondo gli esperti del settore, la dolcezza delle mele, che è ancora un criterio di acquisto decisivo per la maggior parte dei consumatori indiani, è ancora un elemento da tenere in considerazione.
“L’acquisto di mele fresche dalla Germania dipende quindi in larga misura dalla varietà – ricorda Schotten – La maggior parte dovrà possedere un livello di gradi Brix più elevato. Inoltre, quest’anno l’India ha ulteriormente ristretto il mercato delle importazioni a basso costo. Tuttavia, il principale concorrente dei fornitori dell’Europa nord-occidentale, la Polonia, è anch’essa attiva in India e può offrire prezzi competitivi solo leggermente superiori alla nuova soglia. Si dice inoltre che l’India abbia ripreso i negoziati con la Cina dopo che nel 2017 le importazioni dal Regno di Mezzo (la Cina appunto, ndr) erano state bloccate dalla parte indiana a causa di problemi fitosanitari. È facile immaginare cosa questo possa significare per il futuro”.
In ogni caso, l’attuale accordo di fornitura è un successo per il settore delle mele tedesche. “Ma – avverte Michael Schotten – questo successo non deve portare a riposare sugli allori. L’esplorazione di mercati di vendita alternativi deve continuare a essere una priorità assoluta e i colloqui devono essere portati avanti con costanza. Soprattutto, per arrivare a risultati più rapidi di quelli ottenuti con l’India. Altri Paesi in passato hanno dimostrato in modo impressionante che questo non solo è possibile, ma anche urgentemente necessario. Quasi nello stesso periodo, poi, la Serbia è riuscita ad aprire il mercato cinese alle sue mele”.
Fonte: Fruchthandel Magazin