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Siccità, Dell’Acqua: “C’è un’Italia idrica da rammendare”

Il commissario straordinario alla V edizione della Community Valore Acqua per l’Italia. “La sfida è attenuare il problema in tre anni”

Il clima è cambiato e il problema siccità va affrontato senza ideologismi. Così è iniziato l’intervento del commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, Nicola Dell’Acqua, alla prima riunione della quinta edizione della Community Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti.

Dell’Acqua ha spiegato come sta lavorando per aiutare la Cabina di Regia ad affrontare il problema della siccità da nord a sud. “La notizia positiva – ha continuato Dell’Acqua – è che la quantità delle precipitazioni è simile a prima, ma con un’intensità diversa. E’ lo stesso DL 39/2023 che prende atto della situazione, suggerendo di dare priorità sia al risparmio idrico che agli interventi di manutenzione sulle infrastrutture esistenti, ripristinandone ove necessario la piena funzionalità ed adeguandole al cambiamento climatico attuale, in grado cioè di conservare l’acqua quando presente in eccesso, per un successivo utilizzo durante i periodi critici. Cambia il clima dunque, e deve cambiare anche l’approccio alla gestione della risorsa, ora come non mai bene prezioso da distribuire con oculatezza ai vari utilizzatori, con nuove logiche programmatorie che partano da uno strumento essenziale: il Bilancio Idrico su scala di distretto”.

Un problema, tre azioni

Per arrivare a sapere con esattezza dove intervenire, e a cosa dare priorità, per risolvere il problema siccità in Italia il commissario straordinario suggerisce tre azioni: la prima, è quella di valorizzare maggiormente la competenza nelle pianificazioni alle Autorità di Distretto (enti governati da Ministeri e Regioni) che, negli anni, per varie vicissitudini e urgenze, si sono sempre occupate più della qualità dell’acqua che di programmare l’uso della risorsa con bilanci idrici aggiornati e di dettaglio.

La seconda, è che bisogna usare la maggior parte delle risorse economiche per riportare alla capacità per cui sono stati progettati e realizzati gli impianti esistenti, eventualmente anche sostituendo gestori non operativi. In questo modo sarà possibile invasare dai due ai tre miliardi di metri cubi d’acqua in più in tutta Italia, soluzione non definitiva ma certamente di enorme aiuto.

La terza, è quella di progettare sistemi in grado di accumulare e conservare una quantità d’acqua sufficiente ad attuare quelle politiche di risparmio funzionali a soddisfare qualsiasi esigenza idropotabile, agricola ed idroelettrica, in tutta Italia, anche se non dovesse piovere per un lungo periodo di tempo. In aree storicamente con problemi di acqua, il “Sistema Italia” ebbe già modo di progettare e realizzare molti anni fa, con la Cassa del Mezzogiorno, invasi e strutture con questa logica, capaci a pieno regime di contenere un miliardo e cento milioni circa di litri d’acqua, sufficienti per più di un anno.

Il ruolo delle Autorità distrettuali di bacino

“Ovviamente – ha proseguito Dell’Acqua –  un commissario non può, non deve e non vuole intervenire su norme decreti e leggi, ma può sicuramente ricordare agli stakeholders che esiste una normativa europea che già prevede tutto questo. I soggetti che devono gestire l’acqua e governare il territorio sotto questo punto sono infatti già riconosciute dalla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE e sono le Autorità distrettuali di bacino. Soggetti governati dai ministeri interessati e dalle Regioni di competenza, coinvolti nella pianificazione e la programmazione su scala di Distretto. Infatti, esistono Paesi europei con piogge scarsissime che non hanno problemi di siccità, perché hanno i bilanci idrici aggiornati dettagliatamente e gestioni unificate che hanno la specifica visione per la gestione della scarsità idrica”.

L’importanza dei bilanci idrici

“Il Bilancio Idrico, integrato dai rapporti sulla crisi idrica degli Osservatori dei Distretti voluti dalla Cabina di Regia, rappresenta dunque uno strumento gestionale fondamentale perché permetterà di prevenire le emergenze idriche, di intervenire tempestivamente qualora vi fossero un aumento o, di contro, una scarsità di piogge e di essere pronti anche in caso si manifestassero precipitazioni intense inaspettate come quelle degli ultimi tempi in Italia. Inoltre – ha concluso Nicola Dell’Acqua – permetterà al Governo di intervenire anche con opere dove queste realmente servano ed effettuare quelle politiche di risparmio idrico sempre più necessarie nel Paese”.

Fonte: The European House – Ambrosetti

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