Connazionali da sfruttare che tra il 2019 e il 2022 gli hanno fatto incassare 170mila euro. Questa la ricostruzione degli investigatori che hanno indagato un pakistano per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Le vittime erano connazionali, secondo le indagini una cinquantina, domiciliati in case fatiscenti nei comuni ferraresi di Portomaggiore e Argenta. Il fenomeno in questa provincia ad alta vocazione e intensità agricola è molto diffuso come si legge nella cronaca dei giornali locali che danno conto delle indagini, ma si sta muovendo anche la società civile con l’organizzazione di convegni orientati a capire il fenomeno e a Portomaggiore si è firmato un accordo tra Comune, sindacati, forze dell’ordine e associazioni di categoria.
Parte dello stipendio consegnato al caporale
Secondo gli inquirenti il caporale pakistano, residente ad Argenta, in cambio del lavoro nelle aziende agricole del ferrarese, ma anche di province vicine, pretendeva anche metà del salario dai suoi connazionali. E secondo quanto si legge sul Resto del Carlino li accompagnava al bancomat per ritirare i soldi pretesi.
A novembre altro pakistano arrestato: sfruttamento di 80 operai agricoli
Ma non è finita qui perchè a novembre scorso sempre a Portomaggiore è stato arrestato un altro pakistano accusato di aver sfruttato un’ottantina di lavoratori pachistani e denunciati altri tre. In questo caso dalle carte degli inquirenti è emerso un pagamento di 5 euro l’ora. Gli indagati di questa organizzazione nei giorni scorsi hanno patteggiato pene da otto mesi a tre anni.
Un protocollo d’intesa contro il caporalato
Visti questi numeri impressionati, sono centinaia le persone coinvolte e sfruttate, si è mossa anche la politica per estirpare dalle campagne ferraresi questa brutta pianta. All’inizio di marzo è stato firmato un memorandum nel Comune di Portomaggiore. L’intesa vede insieme a collaborare le forze dell’ordine, dai carabinieri alla polizia municipale, alle associazioni di categoria, sindacali e datoriali agricole. Hanno sottoscritto l’accordo: Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Flai-Cgil, Fi-Cis, Uila.
Un’iniziativa che ha visto protagonista la cooperativa sociale Cidas che lavora all’interno del progetto Sipla. Di cosa si tratta? Una rete nazionale di presidi e servizi territoriali con l’obiettivo di promuovere accordi e protocolli di intesa con le aziende e la grande distribuzione, attivare interventi integrati di orientamento, assistenza, formazione e accoglienza nella tutela dei diritti dei lavoratori.