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Uva da tavola: la Puglia verso il Distretto produttivo

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Autore Redazione

Del progetto si è parlato al Fruit Logistica, dove è stato presentato il percorso che porterà alla sua costituzione

L’ortofrutta ha bisogno di aggregazione e per arrivare all’aggregazione ci possono essere molteplici strumenti. Uno di questi è il Distretto produttivo di qualità dell’uva da tavola, pronto a costituirsi in Puglia, ma che potrebbe essere un modello anche per altri territori. Del progetto si è parlato al Fruit Logistica 2022, dove all’Italian Fruit Village la Commissione italiana Uva da Tavola ha presentato il percorso che porterà alla costituzione di questo strumento.

“Il distretto – specifica Massimiliano Del Core, presidente Cut – è un progetto che possiamo definire storico per il settore e che dimostra che finalmente il comparto prende consapevolezza della sua forza e delle sue necessità e ratifica la sua esistenza agli occhi del mercato attraverso i player e le istituzioni coinvolte nel progetto di distretto. Per adesso – continua – l’iniziativa è regionale, ma l’obiettivo è quello di farla diventare interregionale coinvolgendo anche i poli produttivi di Mazzarrone e Canicattì, con i quali ne stiamo parlando e ci stiamo ragionando. Certamente l’esperienza pugliese sarà essenziale per potere replicare il distretto in Sicilia, che ha areali ben distinti e sicuramente potrà sposare la stessa causa della Puglia. Più difficile parlare di un distretto regionale lucano anche per via dei volumi limitati”.

“L’aggregazione non è scontata – ricorda Emanuele Vita, consigliere Cut e produttore siciliano – e serve anche la forma. E’ importante capire che fare squadra è fondamentale per crescere. Vorremo fare comprendere che la denominazione di origine e il made in Italy rappresentano un marchio che, per il mercato, è garanzia di affidabilità, salubrità e know-how. Abbiamo in previsione, nel progetto di distretto, di mettere in rete gli hub di ricerca e innovazione territoriali per andare più velocemente verso quello che i produttori ci chiedono, ossia risposte al mercato anche in termini di rese produttive e resistenza climatica. In questo senso è importante che la ricerca sia contestualizzata sul territorio”.

Da questa iniziativa partiranno a raggiera una serie di iniziative collegate quali il catasto varietale e un hub territoriale della ricerca. Manlio Cassandro è il consulente che ha affiancato la Cut nel percorso per arrivare al distretto, che nei prossimi mesi dovrebbe essere formalmente riconosciuto dalla Regione. “Il distretto – ha dichiarato – è comunione dei problemi e casa delle soluzioni, ma anche un soggetto ideale per interfacciarsi con le istituzioni. Sarà un hub dell’innovazione e collaborerà con il Crea. Lavorerà per la qualità con blockchain, promozione e occasioni formative”.

Fonte: Cut

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