“Siamo in una situazione che crea grave incertezza per le aziende. Aziende che, invece, avevano bisogno di riprendersi non solo dalla pandemia, ma anche dagli aumenti dei costi di materie prime, energia, imballaggi e trasporto. Non dimentichiamo che senza investimenti non possiamo innovare e restare competitive”. Questa l’istantanea scattata per myfruit.it da Ilenia Nordera, socia titolare dell’azienda Bio Trading, specializzata nella produzione biologica di mele, pere, kiwi, zucche e altri prodotti nel Veronese.
“Dopo gli anni della pandemia, e con il grosso problema della crisi climatica da risolvere, avevamo bisogno di una ricarica di speranze ed energie da indirizzare verso un mondo migliore. Invece, abbiamo sotto gli occhi immagini di dolore e violenza per questa nuova guerra, che ci tiene il cuore sospeso – continua Ilenia – Penso che le aziende abbiano un ruolo fondamentale per la società e che, anche e soprattutto in questo particolare momento storico, siano tenute a dare un contributo, mobilitandosi o fornendo supporto per il reperimento e il trasporto dei beni nei luoghi in cui i profughi necessitano di assistenza. O, anche, offrendo possibilità di lavoro ai rifugiati. Come noi, tante aziende lo stanno facendo, per quanto possibile”.
Una cosa sembra certa. Anche se abituato a cogliere le sfide di una costante di incertezza, dovuta a fattori ambientali e climatici, il settore dell’ortofrutta risentirà del momento storico che sta vivendo.
Stesse difficioltà per il settore bio
“Il biologico che ha registrato una continua crescita, anche se rallentata rispetto a qualche anno fa, è un settore che potrebbe offrire molte opportunità di crescita economica e occupazionale, oltre a svolgere un’importante funzione salutistica, sociale e ambientale nella lotta contro i cambiamenti climatici – osserva l’imprenditrice veneta – Il mercato del bio europeo è il secondo più grande del mondo e più di 80mila imprese italiane certificate hanno ottenuto tutela con la nuova Legge sul biologico (approvata pochi giorni fa), ma le conseguenze del conflitto Russia-Ucraina riducono il potere d’acquisto dei consumatori e ricadono sulle nostre imprese agricole, limitando la possibilità di innovazione e ostacolando anche gli obiettivi di transizione ecologica prefissati“.
“L’anno scorso le gelate hanno compromesso circa l’80% della nostra offerta, soprattutto di pere e kiwi. Anche per questo stiamo sviluppando il nostro servizio di logistica e controllo qualità per altri clienti, che ci ha permesso di inserire alcune verdure fresche nella nostra gamma di prodotti” .
Prodotti a marchio SìAmoBio
L’azienda Bio Trading attualmente esporta il 70% circa della propria produzione biologica di mele e pere, kiwi e zucche verso i mercati all’ingrosso e la grande distribuzione organizzata europei; il restante 30% è destinato a grossisti, negozi specializzati, Horeca e e-commerce italiani. La commercializzazione avviene esclusivamente a marchio SìAmoBio.
“Da parte nostra – conclude Ilenia Nordera – continueremo a lavorare nella direzione dei nostri valori, promuovendo la cultura della sostenibilità e investendo su un modello economico che dia più centralità e sostegno possibile alla produzione, perché gli standard qualitativi dei prodotti di un’azienda dipendono anche dalla qualità della mentalità e dalle scelte delle persone che ci lavorano”.