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Caro energia, le serre sono in ginocchio e le produzioni a rischio

Bettolino

Aziende in crisi per i costi alle stelle di materiali e bollette. Rossi (Ninfa): “Preoccupano le dinamiche di mercato”

A lanciare l’allarme è Coldiretti: la produzione in serra è in crisi per via dei costi energetici. Secondo la confederazione, sono circa 15-20mila le aziende in difficoltà, mentre altre avrebbero deciso o di ridurre i volumi, oppure addirittura di non produrre, perché nel bilancio i costi supererebbero i guadagni.

“A livello quantitativo il problema c’è già – ha dichiarato Lorenzo Bazzana di Coldiretti – Non sempre è diretta conseguenza del rincaro energetico, ma sicuramente i maggiori costi di produzione inducono le aziende a fare qualche calcolo. Soprattutto se, come è capitato per le pere o per il kiwi, al rincaro energetico si aggiungono anche difficoltà ambientali, quali le gelate e le malattie”.

Non aumenta solo il costo dell’energia

Ad aumentare sono i costi di tutti i fattori della produzione: l’impennata del gas utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, per esempio, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi: il costo dell’urea è passato da 350 a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap è raddoppiato da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano un incremento del 65 per cento.

Conferma Gianluca Rossi, ideatore dell’impianto floating system dell’azienda Valle Standiana, dieci ettari di coltura idroponica flottante su pannelli galleggianti che produce insalate commercializzate con il marchio di proprietà Ninfa o in confezioni neutre.

I costi di produzione sono aumentati del 250%, perché non è aumentata solo l’energia – sottolinea  – I costi dei trasporti hanno subito un incremento di almeno il 10-15%, i fertilizzanti sono triplicati. La situazione si sta facendo preoccupante, perché non è momentanea”.

Rossi: “O si aumentano i prezzi, o si chiude”

A preoccupare Rossi sono le dinamiche di mercato: “Molti produttori non sono ancora in grado di fare una stima precisa dell’incremento dei costi, altri non hanno la forza di chiedere alle insegne di aumentare la remunerazione. Penso che tutta la filiera debba prendere atto di quanto stia succedendo, occorre guardare e analizzare tutti gli step della filiera. Anche perché, o si aumentano i prezzi, oppure si chiude”.

In pratica, secondo il ragionamento dell’imprenditore, nonostante le politiche adottate dalla grande distribuzione, alla lunga il contenimento dei prezzi sembra essere insostenibile. E, pertanto, è fisiologico che, a cascata, i costi maggiorati in serra si traducano in prezzi più alti sui banchi della Gdo.

“Per tener fede agli accordi presi, per quest’anno ho mantenuto la stessa pianificazione degli altri anni  – conclude Rossi – Ma sono in molti, purtroppo, ad avere scelto la strada di non produrre”.

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